Buonasera a tutti. Da appassionato di Storia antica mi è venuto in mente questo pensiero su come molto spesso gli avvenimenti vengano "diversamente" raccontati.
Il 28 ottobre dell'anno 312, era corrente, si svolgeva una battaglia che avrebbe portato, a lungo termine, cambiamenti epocali. Costantino il Grande, con il suo esercito di circa 40,000 effettivi (per la maggior parte fanteria pesante) sconfiggeva definitivamente Massenzio (forte di 100,000 armati) sulle rive del Tevere all'altezza di Ponte Milvio. La particolarità di questo scontro tra eserciti romani, tipico di tutte le guerre civili che avevano attraversato la vita dell'Impero, fu il sogno.O meglio, il colpo di genio. Se Costantino abbia o meno sognato il famoso “In Hoc Signo Vinces” non lo sapremo mai perché l'unico testimone dell'evento fu l'Imperatore stesso. Che abbia avuto davvero questa idea (i labari e gli scudi dei suoi soldati con l'insegna cristiana) per distinguere il proprio schieramento dai romani dell'altro esercito è molto probabile. Che lo abbia fatto pensando di poter sfruttare socialmente e politicamente le varie frange (tutte ferocemente divise tra loro) di ciò che restava dei cristiani dopo le ultime persecuzioni è ancora più probabile, considerando anche e sopratutto che la maggior parte del credo era situata nelle province d'Africa, granaio dell'Impero e quindi fondamentali. Ma perché il titolo di questo mio post...l'apparenza...perché la storiografia cristiana dipinge Costantino come l'Imperatore illuminato che apre la via al vero credo...che di li a pochi anni diventerà l'unica religione dell'Impero. L'Editto di Milano del 313 infatti concedeva libertà di culto ai cristiani. Ma qualcosa non torna...quando Costantino trasferì la sua capitale a Bisanzio chiamandola Costantinopoli la figura dell'Imperatore fu definitivamente assimilata ad un despota assoluto di stampo orientale. Inoltre continuò imperterrito a far uccidere tutti gli avversari politici o chiunque potesse essere associato al trono in linea più o meno diretta (l'elenco è piuttosto lungo, specie tra i parenti). E se ancora questi comportamenti piuttosto lontani da un “illuminato Augusto” non bastassero...le monete di Costantino a distanza di anni dalla famosa battaglia recavano ancora al rovescio “SOL INVICTO COMITI”
Follis zecca di Lione. Al dritto: IMP CONSTANTINVS PF AVG. Al retro: SOL INVICTO COMITI.
In quanto adoratore del Sole invincibile, come la maggior parte degli abitanti dell'Impero Romano, nulla da eccepire...In definitiva fu un abile generale, un abilissimo politico, un assassino senza scrupoli e, in punto di morte, un cristiano. Ma per secoli è stato dipinto in modo diverso...ed anche oggi, se un appassionato si soffermasse alle pennellate esterne...vedrebbe proprio quel quadro millenario che in realtà nasconde la parte più interessante della Storia...quella non illuminata dai riflettori.
Per completare questo squinternato viaggio nelle apparenze della Storia, avendo preso ad esempio Costantino chiudo citando dal suo “Costantino il Grande e i suoi tempi” un pensiero di Jacob Burckhardt che secondo il mio modesto parere disegna un identikit perfetto del sovrano.
“Nel caso di un uomo geniale, al quale l’ambizione e la sete di dominio non concedono un’ora di tregua, non si può parlare di cristianesimo o paganesimo, di religiosità o irreligiosità consapevoli. Un uomo simile è essenzialmente areligioso, e lo sarebbe anche se egli immaginasse di far parte integrante di una comunità religiosa”
Spero di non avervi annoiato troppo. AVE
Buon pomeriggio a tutti. Intanto ringrazio Marco per aver catalogato queste due monete, che per il sottoscritto, al di là del loro "reale" valore di mercato attuale, hanno già un valore "immensurabile" giacché trattasi di un dono, in amicizia, fattomi da parte dello scrivente di questo post. Quello che vi volevo far notare invece, è come un gruppetto di collezionisti, animati da buona volontà e tanta passione, possano con le loro conoscenze, ognuno nel suo, rendere un blog, un posto dove attingere una serie di informazioni "precise" e "puntuali" per tutti coloro che magari vi si imbatteranno, anche casualmente. Ecco, questo è il senso del nostro impegno "incondizionato".
Come promesso a Max ecco la catalogazione delle due monete: 1. Repubblica. Asse librale Rif: RCC - Crawford 80/2 Patina verde scuro. Al dritto: Giano bifronte Al rovescio: prora di nave a destra. Delfino avanti. In exergo ROMA Circa anno 180 prima di Cristo. 2. Impero. Denario argento Vespasiano. Al dritto: IMP CAES VESP AVG PM COS III, testa laureata a destra. Al rovescio: CONCORDIA AVGVSTI. La Concordia seduta a sinistra, con nelle mani patera e cornucopia. Terzo anno di Consolato per Vespasiano(COS III) quindi anno 71 della nostra Era. Da notare l'enormita' di ciò che furono in grado di costruire i Romani. Tra la prima e la seconda moneta passano circa 250 anni...e ce saranno altri 400 dopo... Ce n'è da approfondire :-)
Bravi, complimenti. Ottima disquisizione👍
Indubbiamente Costantino è stato un grande Generale. Forse uno dei migliori dell'intera storia romana. E altrettanto Indubbiamente è riuscito nella titanica impresa di riunificare un Impero al collasso. Sono convinto che abbia regalato molti anni di vita ad uno stato in fase di irreversibile caduta. Ma a quale prezzo? Passando da una guerra civile all'altra ha ridotto drasticamente la forza militare. Eliminando senza alcuno scrupolo ogni ostacolo ha aperto quella stagione di omicidi politici che caratterizzera' l'epopea dei Constantinidi. Sono convinto che la religione fosse per lui come una qualsiasi unità militare dei suoi eserciti, un mezzo. Quello che non riesco a comprendere è il perché di questa mania dell'incensamento in voga nella recente storiografia. Il libro del grande Alessandro Barbero…
Buongiorno!
Marco, post veramente interessante! io sono in fase di avvicinamento alla laurea triennale di storia dell'arte e mi sono capitati un paio di corsi sulla storia bizantina e sull'arte bizantina..e chiaramente colpito ed interessato mi sono spinto oltre leggendo anche il "Costantino il grande" del grande Alessandro Barbero per dirne uno, o anche il Cyril Mango, e ci sono anche delle citazioni riguardo alle monete, all'iconografia di come l'imperatore veniva raffigurato, secondo la mia idea l'Imperatore Costantino è sempre l'erede di quel "culto" secondo cui LUI è stato designato per riportare in alto un "qualcosa" che stava sprofondando.
diciamo anche che (a parer mio, non so se condivide) l'aspetto anche dei paramenti..forse di religioso c'era soltanto l'apparenza del rosso…